Tenuta Montelio

Tenuta Montelio ospiterà
Amedeo Ariano Trio- Francesca Tandoi piano e voce
Venerdì 5 luglio 2019 alle 21.15
Concerto con degustazione a donazione libera

Una storia di famiglia lunga più di 200 anni, un’azienda insediata sulle vestigia di un ex monastero benedettino che già nel 1200 coltivava la vite, una realtà diventata nel tempo punto di riferimento di un territorio ad altissima vocazione vinicola alle porte di Milano.

Tenuta Montelio, che nel 2018 ha festeggiato 215 anni di proprietà e 170 di attività, è una delle più antiche aziende vinicole dell’Oltrepò Pavese.
Tramandata nella stessa famiglia per 8 generazioni, vede oggi alla guida le sorelle Caterina e Giovanna Brazzola affiancate dai rispettivi giovani figli Roberto e Arianna, Edoardo e Irene: quattro affiatati cugini che al termine dei loro percorsi di formazione hanno scelto di dedicarsi a tempo pieno all’azienda di famiglia assumendosi ciascuno un ruolo ben preciso, dalla campagna al marketing, dalla cantina all’accoglienza.
La proprietà prende il nome dal piccolo e suggestivo edificio esagonale del 1700 posto alla sommità della collina del vigneto, così battezzato perché costantemente esposto al sole.

“Ci chiamano le ‘sorelle del vino’ e questa cosa ci fa piacere. In effetti tra noi c’è molta sintonia che insieme all’attaccamento che condividiamo per Montelio è sicuramente la nostra forza: è un legame che significa anche rispetto per la nostra storia, la nostra famiglia, i progetti e l’impegno di chi ci ha preceduto. Per questo l’entusiasmo con cui tutti i nostri figli uno dopo l’altro hanno scelto di dedicarsi a tempo pieno all’azienda è stata la soddisfazione più grande e ci ha davvero riempite di gioia.”
– Caterina Brazzola

La storia

L’avventura di Montelio inizia due secoli fa, ai tempi in cui quelle terre tanto vocate alla viticoltura appartenevano alla Francia. Più precisamente - secondo il calendario rivoluzionario adottato nel 1792 con la proclamazione della République - il 17 fiorile dell’anno undecimo, corrispondente al 7 maggio 1803. E’ in quell’anno che Angelo Domenico Mazza, avo delle attuali proprietarie, acquista dalla nazione francese una bellissima proprietà che Napoleone aveva sottratto al clero: i terreni e l’antica grangia - così era chiamato il granaio - che dal 1200 appartenevano al Monastero femminile di Santa Maria e Sant’Aureliano, insediamento benedettino fondato a Pavia nell’VIII secolo dal nobile Senatore e da sua moglie Teodolinda. Al 1200 risalgono i “contratti d’affitto” conservati nell’Archivio Storico di Montelio, che contengono i primi riferimenti alla coltivazione della vite in quelle colline.

Testimonianze successive, legate alla vita delle monache e alla vocazione vinicola del luogo, risalgono invece al 1600: il torchio tuttora presente sotto il portico centrale che era anticamente il chiostro del convento, la cantina sotterranea ora utilizzata per far riposare i vini in bottiglia e per affinare in legno le riserve, l’antica ghiacciaia del convento, caratteristica struttura ottagonale interrata 7 metri sotto il suolo, oggi adoperata come suggestivo infernot per custodire le annate storiche.

L’impulso decisivo arriva nel 1848 anno in cui nasce ufficialmente l’azienda Montelio e con essa viene avviata l’attività di imbottigliamento e commercializzazione dei vini confezionati. Protagonista è l’ingegner Domenico Mazza, appassionato e vulcanico imprenditore che oltre a scegliere di dare all’azienda il nome del settecentesco edificio in cima alla collina, impiantò vitigni sperimentali, progettò e mise in produzione una bottiglia spumante adatta alle alte pressioni e disegnò personalmente l’etichetta del celebre Champagne Montelio, lo spumante talmente in voga all’epoca da essere scelto dal Principe Luigi di Savoia per il varo della nave Vesuvio della Regia Marina Militare nel 1886.
Montelio ha contribuito alla fondazione del Movimento Turismo del Vino Lombardo nel 1997 e del Distretto Vini di Qualità Oltrepo’ Pavese nel 2014. Dal 2017 aderisce a F.I.V.I. Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

“Ora che tutti i ragazzi lavorano con noi guardiamo al futuro con ancora più entusiasmo e con nuovi progetti anche ambiziosi. Tra questi c’è sicuramente la rimessa in produzione del nostro Metodo Classico, quello che quando ancora era concesso l’utilizzo del nome poi vietato dalla Francia, era lo Champagne Montelio. Ci stiamo già lavorando, anche se dovremo aspettare il 2022 per le prime bottiglie perché il Pinot Nero in purezza ha bisogno di molto affinamento… ma Il bello del vino è anche questo ed è un messaggio per le nuove generazioni: in un mondo che corre alla velocità della luce e spesso brucia tutto subito, questo lavoro ci ricorda che tempi lunghi e pazienza ripagano con risultati importanti e duraturi.”
– Giovanna Brazzola

I vigneti

I terreni di proprietà si estendono su una superficie di 78 ettari che comprendono coltivazioni di grano, erba medica, legumi e piante officinali. I 30 ettari con le caratteristiche pedoclimatiche migliori sono coltivati a vigneto specializzato. Si trovano in un unico appezzamento adiacente alla cantina.

In ogni scelta agricola e produttiva Montelio è sempre rimasta fedele al motto aziendale Natura Docens – La Natura Insegna - scelto dal fondatore nell’800 e scolpito nello stemma ligneo tuttora visibile nell’antica tinaia, oggi sala degustazione. Grazie anche al microclima favorevole e scarsamente piovoso, i vigneti sono condotti in regime di viticoltura integrata, gestendo il suolo con inerbimento e pacciamatura, applicando un limitato numero di trattamenti e utilizzando solo prodotti a basso impatto ambientale. La piantumazione di alberi e siepi e la collocazione di 200 nidi per il ripopolamento degli uccelli autoctoni sono ulteriori elementi che si inseriscono in questa visione aziendale.

I filari, disposti in parte a ritocchino, in parte a giropoggio, vanno da un’altitudine di 140 fino a 280 metri slm. e sono esposti da est a ovest. Il sesto d’impianto prevede circa 4.800 ceppi per ettaro, allevati a spalliera tradizionale con potatura guyot e a cordone speronato basso. La ridotta carica di gemme - 11-12 per pianta - gli interventi a verde sulla vegetazione, il diradamento dei grappoli e tutte le altre operazioni colturali sono mirate a una produzione di alta qualità con resa media di circa 80 quintali di uva per ettaro, pari a un totale di 2.100-2.200 quintali complessivi. Di questi il 40% è vinificato in bianco e il rimanente in rosato e rosso.

I vitigni coltivati sono principalmente autoctoni o ad alta vocazione: a bacca bianca Cortese, Riesling Italico e Renano, Moscato e Malvasia, a bacca nera Pinot Nero, Barbera, Uva Rara e Croatina.
Nel 2009 sono state messe a dimora 2.000 barbatelle di Uva della Cascina, un vitigno autoctono recuperato grazie ad un lavoro di ricerca condotto negli anni ’90 dal professor Attilio Scienza dell’Università di Milano e proseguito poi in collaborazione con il professor Vercesi dell’Università di Piacenza.
Sono infine tuttora presenti piccole coltivazioni di Muller Thurgau, Chardonnay, Merlot risalenti al 1951, a testimonianza delle innovative e appassionate sperimentazioni praticate nell’immediato dopoguerra dall’ingegner Mazza.

La vinificazione

Anche in quest’ambito la ricerca è sempre volta al massimo rispetto della naturalità e integrità della materia prima e al minore impatto ambientale.
Il 100% delle uve utilizzate è allevato nei vigneti di proprietà. La raccolta è svolta quasi interamente a mano, sempre nelle ore più fresche della giornata, con una attenta selezione dei singoli grappoli, della loro sanità e dello stato di effettiva maturazione polifenolica. Vengono utilizzate cassette da 15, 20 kg per tutte le uve a bacca bianca, per il Pinot Nero e per tutte le uve nere destinate ai vini riserva. Il trasporto in cantina è immediato grazie alla configurazione a corpo unico degli stabilimenti produttivi e alla loro adiacenza al vigneto.
Vinificazione in bianco
L’uva intera, comprendente ancora il raspo, subisce una soffice pressatura per separare il mosto dalle bucce e ottenere il cosiddetto mosto fiore e un mosto “di seconda”.
I mosti successivamente vanno incontro a semplice decantazione statica di circa 18-24 ore e conseguente travaso per separare le particelle solide, dal “limpido”. Segue l’inoculo dei lieviti selezionati per la fermentazione alcolica, la quale si svolge a temperature controllate tra i 14 ed i 18°C, in modo da salvaguardare la componente aromatica.
Alla fine della fermentazione i vini bianchi non fanno fermetazione malolattica e sono mantenuti in affinamento sulle fecce fini o nobili (lieviti in decomposizione): quest’ultime vengono rimesse in sospensione con la tecnica del batonnage per conferire ai vini sensazioni di maggiore morbidezza e volume in bocca.
Superata la prova di degustazione il vino viene filtrato ed imbottigliato.
Vinificazione dei rosati
Lo stesso tipo di vinificazione è riservato anche ai vini rosati non da spumante, prodotti a partire da uve Pinot Nero e da Uva Rara.
Una sostanziale differenza però è quella di diraspare l’uva prima dell’entrata in pressa: una volta in pressa l’uva è sottoposta a una breve macerazione per estrarre le componenti colorate, la cui durata varia a seconda dell’uva.
In tutti questi procedimenti si cerca di lavorare il più possibile in ambiente inerte, ovvero senza ossigeno.
Vinificazione in rosso
Le uve rosse sono accuratamente selezionate in vigneto a seconda del livello di maturazione e dello stato sanitario. Vengono raccolte e vinificate in maniera separata per ogni vigneto e per ciascuna varietà: talvolta anche diverse parti più o meno vocate all’interno di uno stesso vigneto sono vinificate separatamente le une dalle altre. Una volta in cantina, le uve rosse vengono soltanto diraspate.
In vasca vengono inoculati lieviti selezionati e la fermentazione avviene ad una temperatura tra i 24 ed i 32°C. Durante questa fase si eseguono rimontaggi delicati, délestage e follature. Tutte tecniche che contribuiscono a estrarre le sostanze (colore e tannini principalmente) da bucce e vinaccioli andando ad arricchire i mosti e nel contempo permettere di gestire lo svolgimento della fermentazione alcolica in modo che giunga regolarmente al termine.
A seconda della varietà e della maturazione delle uve, si cerca di protrarre la macerazione post fermentazione il più a lungo possibile, in modo da rendere i vini più ricchi e complessi.
Normalmente le fermentazioni malolattiche avvengono senza bisogno di inoculare batteri.
L’affinamento in legno
L’affinamento in legno è destinato alle Riserve Montelio, prodotte con le uve che provengono dai vigneti più antichi e vocati. Prima della fermentazione alcolica viene fatta una macerazione a freddo a circa 5°-8°C per 3-5 giorni. Verso la fine della fermentazione i vini sono spostati nei legni dove terminano la fermentazione e svolgono la fermentazione malolattica naturalmente. Durante l’affinamento vengono rimesse in sospensione le fecce nobili e sono eseguiti periodici batonnage.
Le barrique in uso sono di 225 litri a media tostatura in rovere francese per la maggior parte e in rovere austriaco in minima parte.
La massa totale di ogni vino (Pinot Nero, Merlot, Barbera e Croatina) viene solitamente suddivisa in 4 porzioni del 25% ciascuna tra barrique nuove, barrique di secondo passaggio (che sono state utilizzate già una volta), barrique di terzo passaggio, barrique di quarto passaggio. I vini vengono assaggiati periodicamente da ogni barrique per individuare il momento giusto per l’assemblaggio delle diverse tipologie di barrique, selezionando le migliori e scartando le meno vocate.
Mediamente il Pinot Nero affina 12-14 mesi, Barbera e Croatina per 16-18 mesi, il Merlot fino a 24 mesi.

I vini

Ampia la gamma dei vini tra i quali oltre a bianchi, rossi e rosati fermi, ci sono 3 frizzanti, 2 spumanti, un passito.
Tutti i nomi scelti per i vini hanno un preciso riferimento al mondo Montelio, che sia legato ai vigneti - Stroppa, Solarolo, Comprino - alla storia – La Grangia, 17 Fiorile 1803 – alla passione dei ragazzi per la fauna locale – Balestruccio, Nadot. Un posto particolare ha il Merlot Riserva Mirosa, così chiamato in omaggio a Mirosa Sesia, mamma di Caterina e Giovanna, che ha condotto l’azienda fino al 1999.

I Classici Montelio
Sono i vini che esprimono pienamente la visione della famiglia e rispondono all’intento di produrre con serietà, impegno, dedizione, le migliori espressioni che il territorio può dare con i vitigni della tradizione che sulle colline di Montelio hanno trovato un habitat ideale. Ecco dunque tra gli altri il Cortese, da sempre tra i bianchi più rappresentativi dell’Oltrepò proposto sia fermo che frizzante, il Riesling, la Bonarda, vera portabandiera del territorio vinificata sia ferma che mossa, la Barbera.

Le Riserve
Costarsa, Solarolo, Mirosa: sono i tre vini Montelio di maggior pregio, un Pinot Nero e altri due grandi rossi da invecchiamento prodotti in edizioni limitate frutto di un’attenta selezione delle uve, cure certosine in cantina, lunghi affinamenti. Le Riserve sono proposte nella bottiglia storica progettata a metà del 1800 dal bisnonno di Caterina e Giovanna Brazzola.

Gli Spumanti e il Passito
Due charmat - lo Chardonnay bianco La Stroppa e il Pinot Nero Rosé 17 Fiorile 1803 - e un passito da uve Moscato e Malvasia, Noblerot, completano la produzione Montelio.

L’accoglienza
Montelio è da sempre un punto di riferimento per il turismo enogastronomico dell’Oltrepo’ Pavese. Ogni anno circa 1500 appassionati - dei quali alcune centinaia provenienti da vari stati europei oltre che dal nord America e dal Giappone - assaporano la calda accoglienza e il senso di familiarità che a Montelio è di casa. Molti di loro sono ormai affezionati habitué che tornano anno dopo anno.

Degustazione in cantina
Condotta sempre in prima persona da un esponente della famiglia, la proposta comprende la visita alla cantina, ai vigneti e la degustazione dei vini in abbinamento a prodotti del territorio.
Varcato l’arco di ingresso della proprietà, il colore caldo del mattone a vista e l’antico torchio accolgono i visitatori nel cortile padronale da cui è possibile accedere alla cantina storica, all’infernot dalla suggestiva struttura ottagonale e all’accogliente sala degustazione allestita nell’antica tinaia. La scoperta delle emozioni che i vini suscitano all’olfatto e al palato e l’accostamento a salumi e formaggi locali creano sempre un percorso coinvolgente e ricco di piccole curiosità.

Ospitalità
All’interno di uno dei cortili aziendali sono state ristrutturate nel rispetto degli elementi architettonici preesistenti, parte di quelle che nel 1800 erano le case dei braccianti agricoli. Ne sono nati sei comodi appartamenti completi di cucina, tutti arredati con l’elegante semplicità della campagna lombarda, disponibili in ogni stagione sia per i fine settimana che per periodi più lunghi.
Da ciascun appartamento è possibile in pochi passi raggiungere i vigneti per godere di una passeggiata nella tranquillità della natura.

L’attività di accoglienza Montelio è certificata dal marchio AGRITURISMO ITALIA rilasciato da Mipaaft, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo.

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